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🌙 Sette sere con Tomà – Intervista a Riccardo Franchi
"Le storie della buonanotte hanno un potere invisibile: quello di fermare il tempo e trasformare la voce di chi le racconta in casa, rifugio, promessa."
Nel suo dolcissimo esordio narrativo, Riccardo Franchi raccoglie questo incanto e lo trasforma in un libro che parla a grandi e piccini con lo stesso tono lieve e accogliente. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare com’è nato il suo libro, e cosa resta di quelle sere condivise tra coperte, sogni e affetto.
1. “Sette sere con TomÔ è un libro che richiama il momento della sera. Che rapporto hai con le storie della buonanotte? Ti hanno accompagnato da bambino?
Assolutamente sì. Da bambino aspettavo la buonanotte come si aspetta una magia. Non era solo una storia: era il momento in cui tutto si fermava, e qualcuno ti dedicava tempo solo per te. Quelle voci, quei racconti, mi sono rimasti dentro come un abbraccio che ancora oggi porto con me.
2. Quanto pensi sia importante, anche per i bambini, ritrovare una voce e un ritmo rassicurante ogni sera?
È fondamentale. I bambini hanno bisogno di piccoli riti, e la voce della mamma o del papà che racconta una storia crea un’isola sicura dove possono lasciarsi andare al sonno… ma anche alla fantasia. È come dire: “Sono qui, ti ascolto, sei al sicuro”. Una voce che ogni sera li riconduce a casa.
3. Qual è stata l’ispirazione per il tuo libro?
Il mio bambino, Tommaso. E la sua mamma, Linda. Sono loro che ogni sera si inventano un mondo nuovo tra piumoni, cuscini e sogni. Io ho solo fatto ordine tra quelle meraviglie e ci ho messo un po’ di inchiostro. Le storie nascono così: da piccoli gesti che sembrano normali, ma in realtà sono pieni di poesia.
4. Le storie della buonanotte sono spazi emotivi dove bambini e adulti si incontrano. Secondo te, cosa possono lasciare a lungo termine?
Lasciano un senso di connessione profonda, un seme d’ascolto. Quando un bambino si addormenta con una storia che gli parla, anche da grande saprà cercare conforto nelle parole, nella gentilezza, nella fantasia. Sono momenti che non insegnano nozioni, ma costruiscono legami. E quelli restano.
5. Se potessi leggere una pagina del tuo libro a voce alta a un bambino, quale sceglieresti e perché?
Forse il finale della domenica, quando Tomà si addormenta felice tra le braccia della mamma e comincia già a sognare la prossima settimana. Perché è lì che si chiude il cerchio, ed è anche un invito a ricominciare, sempre. È una carezza sotto forma di parola.
6. Cosa ti auguri che il lettore si porti dentro una volta terminata la lettura del tuo libro?
Mi auguro che mamma e bambino, o papà e bambino, abbiano condiviso sette sere di sorrisi, domande, emozioni. Che il libro diventi un piccolo rito, magari da rileggere ogni settimana. E che Tomà lasci un pezzetto di sé nel cuore di chi lo incontra: con dolcezza, con fantasia, e con la voglia di continuare a sognare insieme.
Grazie di cuore a Riccardo per aver condiviso con noi la tenerezza e la verità di queste sette sere.
Per chi cerca una storia da leggere piano, tra un abbraccio e un sogno, Tomà saprà farsi spazio.
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