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📖 Lettura per l’infanzia e rilassamento: una coccola per mente e corpo

Nel mondo frenetico in cui viviamo, anche i bambini spesso sovrastimolati da schermi, impegni e rumori hanno bisogno di momenti di calma. Uno dei modi più semplici e potenti per aiutarli a rilassarsi è la lettura ad alta voce . Non si tratta solo di intrattenimento o educazione, ma di una vera e propria pratica di benessere . La lettura, specialmente se fatta in un contesto calmo e affettuoso, agisce su più livelli: Abbassa il ritmo cardiaco e respiratorio ; Favorisce la produzione di endorfine e serotonina , legate al benessere; Aiuta a regolare le emozioni , grazie a storie che danno senso e struttura ai sentimenti; Prepara la mente e il corpo al rilassamento profondo e persino al sonno. Leggere una storia prima di andare a letto è una delle routine più efficaci per favorire il sonno sereno nei bambini . Questo momento: Segnala al cervello che è ora di rallentare; Riduce l’ansia o la paura legata alla separazione serale; Crea un rituale stabile e prevedib...

💛 Leggere da bambini per diventare grandi - Dialogo con Marcello Scarienzo

"Chiudete gli occhi e tornate per un attimo bambini. Ricordate la prima storia che vi ha fatto sognare? Quel libro consumato, letto e riletto sotto le coperte con una torcia, le cui pagine sapevano di avventura e mistero? Quel potere magico delle parole, capace di costruire mondi e, senza che ce ne accorgessimo, di costruire anche noi, è il cuore della nostra conversazione di oggi. 

Per esplorare questo legame profondo tra lettura e crescita, abbiamo il piacere di dialogare con Marcello Scarienzo, autore emergente che ha fatto della scrittura il suo universo. Insieme a lui, cercheremo di capire come un libro possa essere molto più di un semplice passatempo: una vera e propria palestra per diventare grandi."

1. Cominciamo dalle origini: da bambino, quali storie ti facevano sognare? C’è stato un libro o un autore dell’infanzia che ti ha lasciato un segno?

Da piccolo non ero un grande lettore, ma questo non mi ha impedito di lasciarmi affascinare dalle storie. Ricordo con grande affetto i racconti che mio nonno Raffaele, falegname di mestiere, ci narrava con passione. Erano storie di guerra, di prigionia in Virginia, mescolate con elementi fantastici: come quando raccontava di essere sopravvissuto nella pancia di una balena, proprio come Geppetto. Quelle narrazioni, un perfetto intreccio tra realtà e fantasia, sono state il mio primo contatto con il potere immenso delle storie: riuscivano a trasformare anche le esperienze più dure in fiabe per bambini.

2. Nel tuo libro c’è qualche traccia della tua infanzia? Un ricordo, un luogo o una sensazione che ti ha ispirato?

Assolutamente sì. Nel primo capitolo, quando introduco il protagonista, affiorano molti frammenti della mia infanzia. Alcuni ricordi personali hanno ispirato le atmosfere e le emozioni del racconto. In particolare, sono stati i ricordi più profondi a suggerirmi alcune sfumature del carattere del protagonista, specialmente nei suoi lati più complessi. Scrivere è stato un po’ come guardarsi allo specchio.

3. Che ruolo ha avuto la lettura nella tua crescita? È stata una compagna, un rifugio, un motore?

La lettura è entrata nella mia vita un po’ più tardi, ma con una forza sorprendente. Ricordo chiaramente il momento in cui ho letto 1984 di Orwell: è stato un colpo di fulmine. Da quel momento, i libri sono diventati una nuova voce interiore. Iniziai a curiosare tra le mensole della camera di mio fratello, a scoprire storie che prima non immaginavo potessero parlarmi così tanto. È stato l’inizio di un viaggio che continua ancora oggi.

4. Secondo te, quanto è importante coltivare la fantasia e l’immaginazione nei bambini? La scrittura può aiutare in questo?

È essenziale. Penso spesso alle mie insegnanti delle elementari e a quanto sia stato prezioso il tempo passato a inventare storie, a leggere ad alta voce davanti alla classe. Coltivare la fantasia da piccoli significa nutrire una parte di sé che continuerà a portare bellezza anche da adulti. Scrivere aiuta ad allenare la mente, a osservare il mondo con occhi diversi. I bambini vedono il mondo come un caleidoscopio colorato: è importante aiutarli a conservare questa visione, e la scrittura è uno strumento potente per farlo.

5. Nel tuo processo creativo, ti capita mai di tornare con la mente al bambino che sei stato? Se sì, in che modo?

Sì, spesso. Scrivere mi restituisce quella sensazione di libertà che provavo da bambino. Mi rivedo mentre inventavo storie per sorprendere e divertire la mia maestra. In particolare, nei passaggi più audaci del mio libro, ho sentito riaffiorare quel lato irriverente, un po’ provocatore, che avevo da piccolo. Ritrovare quel bambino è stato divertente e liberatorio: mi ha fatto sorridere e, in un certo senso, anche crescere.

6. Se potessi regalare il tuo libro al “te bambino”, cosa speri che imparerebbe o sentirebbe leggendolo?

Se potessi, gli direi che ogni viaggio, anche il più complicato, ha valore. Che i legami reali, vissuti pienamente, sono quelli che contano davvero. Che affrontare se stessi è un gesto di grande forza, e che la gentilezza, la luce, il bene possono davvero salvarci. Gli direi che la vita non ha una meta precisa, ma ogni cammino è unico e irripetibile. E che vale la pena percorrerlo, con curiosità e coraggio.

Marcello Scarienzo è nato nel 1988 nel cuore del Rione Sanità, a Napoli, luogo che non è solo sfondo ma linfa viva della sua scrittura. Dopo il diploma si trasferisce a Londra, dove rimane per un paio d’anni, assorbendo nuovi orizzonti. Rientrato a Napoli, qualche anno dopo approda a Milano per sei intensi anni, prima di tornare, ancora una volta, al suo quartiere d’origine. Un viaggio a tappe che ha arricchito la sua visione del mondo e che oggi si riflette tra le pagine del suo romanzo d’esordio, Il quarto d’ora di Amedeo, un’opera che racconta molto più di una storia: è un’esplorazione di identità, radici e possibilità.




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